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Cosa prendere per la stitichezza?

La stitichezza occasionale o cronica è considerata dalla medicina come un disturbo gastrointestinale funzionale piuttosto comune e diffuso. Colpisce persone di tutte le età in tutto il mondo. Donne e anziani sono numericamente i più colpiti.

Gli esperti hanno sviluppato una serie di raccomandazioni e di rimedi che consigliano per gestire la costipazione e i suoi sintomi tra i quali ci sono:

– feci dure e grumose
– senso di evacuazione incompleta
– senso di ostruzione anorettale
– necessità di manovre manuali
– meno di tre defecazioni a settimana
– dolore e disagio addominale.

Le modalità di trattamento prevedono:

– un regime alimentare sano, equilibrato e ricco di fibre
– attività fisica
– una corretta idratazione

Cosa devi sapere

Se il tuo stile di vita già rispecchia queste caratteristiche e nonostante questo soffri di stitichezza, allora un trattamento lassativo può essere preso in considerazione.

Affidandosi al consiglio del tuo farmacista di fiducia e parlandone poi con il medico se neanche questo intervento funziona.

È un fatto assodato che la stitichezza abbia un impatto negativo sulla qualità della vita delle persone.

Ma nonostante questo, spesso si tende a sottovalutare il problema e si impara a conviverci, magari affidandosi ai rimedi lassativi più disparati, senza nemmeno essere sicuri di averne bisogno.

Non è detto infatti che, solo perché non si va in bagno ogni giorno e non ci si sente completamente “leggeri” si soffre di stitichezza e ci sia bisogno di aiuti per aumentare le evacuazioni. La diagnosi di stipsi risponde infatti ad una serie di criteri scientifici

Vuoi sapere se soffri davvero si stipsi? Leggi qui.

Di certo, se soffri di stitichezza, ci sono due cose che non devi fare:

  • abituarti alla sipsi, senza cercare una soluzione
  • ricorrere ad un lassativo qualunque, magari più di uno, senza conoscerli e usandoli in modo indiscriminato a seconda della moda o di quello che hai nell’armadietto delle medicine o in dispensa.

Questi comportamenti, molto diffusi, hanno solo una conseguenza: fare in modo che la stitichezza da occasionale diventi cronica.

Riveste quindi una grande rilevanza la scelta di cosa prendere per la stitichezza con l’obiettivo di risolvere il problema.

Cos’è la motilità intestinale

Uno dei problemi che caratterizzano la stitichezza è la scarsa motilità intestinale.

La capacità dell’intestino di contrarsi regolarmente per evacuare è un processo complesso che a livello molecolare comprende diversi strati di controllo neurale e ormonale, dal colon fino al sistema nervoso centrale.

Semplificando molto, si può dire che i movimenti intestinali (peristalsi) sono mediati da un neurotrasmettitore chiamato serotonina.

Il movimento intestinale che regola il transito e l’espulsione delle feci si innesca in questo modo:

– le feci distendono la parete intestinale
– provocano un riflesso dei nervi enterici
– questi rilasciando neurotrasmettitori stimolanti che provocano la contrazione e il rilassamento muscolare
– permettendo di spingere la massa fecale lungo l’intestino e di evacuare.

Conoscendo la fisiologia del colon possiamo comprendere anche cosa prendere in caso di stitichezza e scegliere la soluzione più adatta per noi.

La scelta del lassativo

Il farmaci lassativi sono prodotti di sintesi studiati per stimolare l’intestino alla regolarità, agendo proprio sul meccanismo appena descritto.

Esistono anche lassativi di origine naturale e alimenti lassativi. Ma ci concentriamo sui farmaci lassativi.

La scelta del farmaco lassativo più adatto per la tua condizione è bene compierla insieme al farmacista o al medico di fiducia. Questo perché le opzioni sono tante ed è sempre meglio conoscerle tutte prima di esprimere la propria preferenza.

Ogni lassativo è caratterizzato da un meccanismo differente e agisce secondo modalità diverse.

Lassativo osmotico

Agisce tramite una molecola che funge da agente osmotico attirando e trattenendo l’acqua nel lume intestinale. L’azione osmotica della molecola permette di:

– ammorbidire e aumentare la massa fecale
– provocare la distensione e una contrazione fisiologica delle pareti intestinali (peristalsi), perché provocata dall’aumento del volume delle feci
– espellere senza dolore e in maniera naturale le feci.

Ci sono vari tipi di lassativi osmotici e ognuno ha le proprie caratteristiche.

Lassativo emolliente

La sua azione è quella di mescolarsi alle feci per lubrificarle e renderle morbide. È composto da sostanze che

– rendono la massa fecale meno dura
– ne facilitano il transito e l’espulsione.

In genere è a base oleosa (olio di ricino, di mandorle, di vaselina).

Lassativo stimolante a effetto immediato

Aiuta a stimolare il movimento intestinale.

In genere si trova sotto forma di farmaco o di preparato erboristico a base di senna, aloe, frangula, rabarbaro o cascara.

Queste piante contengono dei principi attivi (glicosidi) che si sono dimostrati efficaci anche se non esistono studi validati a supporto del loro utilizzo nella gestione della stipsi cronica. Inoltre questo sostanze possono risultare irritanti per le pareti intestinali.

Il lassativo stimolante funziona in modo da:

– stimolare i nervi e i muscoli con le sostanze irritanti
– indurre contrazioni forti della parte intestinale
– provocare un’evacuazione veloce e spesso traumatica.

È meglio evitare un uso a lungo termine di un lassativo stimolante perché potrebbe portare crampi, dolori addominali e creare dipendenza alle pareti del colon. Infatti tende a essere raccomandato per un uso occasionale o come terapia di salvataggio estrema.

È controindicato in gravidanza perché le contrazioni eccessive che provoca possono danneggiare mamma e bambino.

Lassativo che forma massa

Lo psillio è tra i principi attivi (polisaccaridi organici) che compongono questo tipo di lassativo. Lo psillio è un seme che permette di aumentare il volume delle feci. Va assunto sempre bevendo molta acqua poiché questa permette la formazione di un gel vischioso.

Si consiglia in suo utilizzo in caso di feci piccole e dure poiché la sua azione è indirizzata a:

– ingrandire e aumentare il peso della massa fecale
– migliorare la consistenza delle feci
– favorire il transito intestinale
– velocizzare l’evacuazione.

Non ha un effetto purgante immediato ed è generalmente raccomandato come trattamento iniziale per la stipsi cronica. Inoltre se non assunto con la dose adeguata di acqua può provocare ostruzione intestinale.

E a tavola?

Una delle raccomandazioni che vengono sempre fatte quando si parla di cosa prendere in caso di stitichezza in ambito alimentare è quella di incrementare l’assunzione di fibre.

L’obiettivo è quello di portare a tavola ogni giorno da 25g a 35g di fibre alimentare sotto forma di:

– verdura e frutta
– cereali integrali.

A questo va aggiunta la buona norma di bere almeno 1.5/2lt di acqua al giorno.

Attenzione però che le fibre vanno aumentate in maniera graduale e considerando le proprie caratteristiche individuali poiché un eccesso di fibre può:

– venire fermentato dai batteri intestinali
– produrre gas e aumentare la flatulenza
– causare gonfiore e tensione addominale.

L’accumulo di queste condizioni di disagio può anche peggiorare la stitichezza. Per questo è necessario introdurre in maniera graduale le fibre alimentari con un aumento da 3g a 4g alla settimana. Questa accortezza permette di ridurre eventuali sintomi sgraditi.

Allenarsi per andare in bagno

Tutti coloro che soffrono di stitichezza cronica e occasionale lamentano di compiere sforzi eccessivi anche quando sentono un impellente bisogno di andare in bagno.

A volte può quindi essere indicato un programma di rieducazione dei muscoli addominali e del pavimento pelvico per eseguire efficacemente la manovra di evacuazione.

Con il passare del tempo e l’avanzare dell’età questi esercizi sono utili perché permettono di preservare la funzionalità dell’apparato gastrointestinale.

Una volta che si è deciso cosa prendere in caso di stitichezza e che si è scelto il lassativo ideale abbinare ad esso un allenamento costante permette di

– eliminare lo sforzo nell’evacuazione
– eliminare eventuali perdite urinarie
– eliminare il dolore addominale
– recuperare la funzionalità intestinale.

Quando le feci entrano nel retto provocano una distensione e la percezione cosciente dell’impulso ad andare in bagno. Se non si impara ad assecondare l’impulso il retto si abitua a immagazzinare temporaneamente le feci e disimpara a seguire l’impulso e a favorire le contrazioni.

L’importanza dell’acqua

Il nostro colon riceve circa 1,5 l di liquido al giorno dall’intestino tenue. Le funzioni del colon sono quelle di:

– assorbire i liquidi
– trasportare i residui al retto
– permettere la loro espulsione.

L’acqua rappresenta quindi un elemento fondamentale per il buon funzionamento dell’intestino e per le funzioni di assorbimento e trasporto svolte dal colon.

Per questo il principio dell’osmosi è rilevante ai fini di un’evacuazione delicata e naturale.

Infatti il processo spontaneo dell’osmosi prevede il passaggio di liquidi da una soluzione più concentrata a un’altra meno concentrata ed è proprio quello che avviene quando si assume un lassativo osmotico.

I lassativi osmotici non sono tutti uguali.

Cosa prendere in caso di stitichezza: una scelta consapevole

Sono tanti i fattori da considerare per poter eliminare il disagio provocato dalla propria stitichezza. Come sempre ognuno di noi è un caso a se stante e oltre ad ascoltare i consigli del proprio farmacista di fiducia è importante anche imparare ad ascoltare se stessi e il proprio corpo.

L’intestino non a caso è definito il secondo cervello. Strettamente collegato al sistema nervoso lo subisce e lo condiziona. Per questo stress, ansia, depressione e condizioni psicologiche difficili possono compromettere anche il buon funzionamento del nostro apparato gastrointestinale.

Cosa prendere in caso di stitichezza dipende quindi dalla nostra condizione.

Il lassativo osmotico, ad esempio, si può rivelare una scelta efficace anche nei pazienti con carico fecale significativo.

Bibliografia

Louis Wing Cheong Liu, Chronic constipation: Current treatment options, Can J Gastroenterol. 2011 Oct; 25(Suppl B): 22B–28B.

Christopher N Andrews, The pathophysiology of chronic constipation, Can J Gastroenterol. 2011 Oct; 25(Suppl B): 16B–21B.