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Cosa sono i lassativi e come funzionano?

Con il termine lassativo si indica una tipologia di farmaci per combattere la stitichezza, ovvero quelle medicine utilizzate per favorire e stimolare l’evacuazione.

Ma cosa intendiamo per stitichezza o stipsi? È un disturbo intestinale molto comune e diffuso. Si manifesta in misura maggiore con l’avanzare dell’età. In Italia, colpisce circa il 20% della popolazione di cui circa l’80% sono donne.

Tipicamente, la stitichezza è caratterizzata da:

– presenza di feci dure e dalla forma irregolare
difficoltà nella defecazione, che spesso viene effettuata in maniera incompleta
– sensazione di tensione addominale e di costipazione
frequenza inferiore alle due/tre evacuazioni settimanali.

La difficoltà e lo sforzo che accompagnano il momento di andare in bagno per evacuare nelle persone che soffrono di stitichezza, con il tempo, può determinare un peggioramento della qualità della vita. Possono inoltre insorgere altri disturbi a essa correlati (emorroidi, ragadi anali, colite, fecaloma…). È importante trattare la stitichezza in maniera tempestiva e corretta, anche utilizzando i farmaci lassativi adeguati, se necessario.

Tipologie di lassativi

Esistono diverse tipologie di farmaci lassativi. Il loro funzionamento si differenzia a seconda del meccanismo d’azione.

– Lassativi osmotici o elettrolitici: agiscono tramite molecole specifiche (ioni polivalenti scarsamente assorbibili) che richiamano e trattengono liquidi nell’intestino tenue o crasso. Questo processo, oltre ad ammorbidire le feci, ne aumenta il volume favorendo la motilità intestinale e stimolando le contrazioni espulsive.

– Lassativi che formano massa: in genere si tratta di fibre vegetali che devono essere assunte con grandi quantità di acqua. Assorbendola, aumentano il volume della massa fecale e la ammorbiscono. L’effetto è di promuovere le contrazioni intestinali e favorire l’espulsione delle feci.

– Lassativi stimolanti (purganti): a effetto rapido, aumentano e stimolano la motilità intestinale, “irritando” l’intestino.

– Lassativi emollienti: tramite l’utilizzo di sostanze grasse (ad esempio la glicerina), ammorbidiscono e lubrificano le feci, facilitandone il transito intestinale.

Cosa succede se prendo un lassativo

Dipende dal tipo di lassativo, perché non tutti sono uguali.

I lassativi osmotici e quelli formanti massa sono le due categorie di farmaci lassativi che aiutano l’intestino ad espellere le feci in modo non “traumatico”, ovvero, in genere, senza creare crampi, dolori o senso di urgenza.

Al contrario, i lassativi stimolanti agiscono inducendo una lieve irritazione della parete intestinale che provoca una contrazione. La conseguenza è un’azione molto rapida, ma che causa senso di urgenza, crampi, dolore.

Un altro aspetto importante da conoscere è che i lassativi stimolanti, con il passare del tempo, creano una sorta di assuefazione. L’intestino, sollecitato per un lungo periodo da un certo farmaco lassativo di questo tipo, risponderà meno allo stimolo. Ciò significa che il lassativo perderà via via efficacia.

Questo fenomeno si chiama tecnicamente tachifilassi e non avviene con alcuni lassativi di tipo osmotico. Tali lassativi non perdono efficacia nel tempo perché non vengono assorbiti e agiscono stimolando l’intestino solo in modo meccanico.

Ecco come funzionano:

– aumentano il volume delle feci
– le ammorbidiscono caricandole d’acqua
– in questo modo le feci provocano una contrazione espulsiva, semplicemente perché spingono contro le pareti dell’intestino.

Come scegliere un lassativo

Per orientarsi nel panorama dei farmaci per la stitichezza, è sempre bene chiedere consiglio al proprio farmacista di fiducia.

Sebbene il lassativo sia un prodotto fra i più acquistati e sempre fra i più presenti nell’armadietto dei medicinali delle nostre case, occorre infatti non abusarne.

La letteratura scientifica degli ultimi anni ha evidenziato alcune criticità in merito all’utilizzo dei lassativi stimolanti. Ad esempio, alcune sostanze naturali quali senna e rabarbaro o molecole come il bisacodile, possono essere dannose, specie se impiegate per un lungo periodo. Studi recenti, invece, hanno validato l’efficacia, anche a lungo termine, dei lassativi osmotici, il cui funzionamento risulta non irritante e più fisiologico.

Il meccanismo d’azione dei farmaci lassativi osmotici, infatti, permette di:

– ridurre lo sforzo espulsivo delle feci
– modificare la consistenza della massa fecale
– non causare dolore addominale
– non causare senso di urgenza
– aumentare la frequenza delle evacuazioni
– favorire il senso di liberazione competa.

I risultati delle ricerche indicano che, dopo un mese di utilizzo di lassativi osmotici, i pazienti con stipsi cronica hanno aumentato il numero medio di evacuazioni settimanali e migliorato la consistenza delle feci.

Altri aspetti importanti per scegliere un lassativo

Ci sono anche altri aspetti da considerare nella scelta di un lassativo, come la praticità di utilizzo. In genere i farmaci per la stitichezza sono in forma di polvere solubile oppure in gocce.

Se il lassativo è amaro, ad esempio, può essere difficile da prendere, soprattutto per i bambini, che spesso soffrono di stitichezza.

Ma anche le persone anziane, che molto spesso hanno il problema della costipazione, hanno bisogno di un lassativo possibilmente di gusto non sgradevole o insapore. Infatti, gli anziani in molti casi soffrono di stitichezza cronica e quindi ne hanno bisogno con frequenza e per lunghi periodi.

Per i diabetici, occorre un lassativo che non contiene zuccheri. Per le persone cardiopatiche, che devono seguire una dieta iposodica, meglio scegliere un lassativo senza elettroliti.

E in gravidanza?

Le donne incinte sono predisposte alla stitichezza, soprattutto nell’ultimo trimestre.

Questo è dovuto al fatto che il bambino, crescendo nella pancia, comprime l’intestino  della mamma e rende più difficile i suo svuotamento. Il disturbo si prolunga a volte anche nel periodo dell’allattamento.

Come per qualunque altra medicina, in questo particolare periodo della vita della donna, occorre prudenza. È bene chiedere consiglio al proprio medico o ginecologo per scegliere un lassativo adatto alle donne incinte e in allattamento, ovvero, in linea generale, un lassativo non assorbibile.

Come e quando prendere i lassativi

Come altri disturbi, anche la stitichezza va trattata adeguatamente. È molto importante rivolgersi sempre al proprio farmacista di fiducia, o anche al proprio medico, se il problema permane nonostante i cambiamenti nella dieta e nello stile di vita e l’impiego di un lassativo, oppure se risulta associato ad altri sintomi.

Occorre infatti valutare la propria alimentazione, verificare se si beve abbastanza acqua ogni giorno, se si introducono abbastanza fibre, se si fa abbastanza movimento. È importante anche sapere che la stitichezza può essere indotta da alcune categorie di farmaci, come ad esempio gli oppioidi.

Prima di scegliere un lassativo occorre inoltre verificare eventuali patologie pregresse, come ad esempio il diabete, che richiede, come abbiamo visto, un lassativo senza zucchero.

Infine, è bene chiedere al farmacista o al medico la posologia e in ogni caso attenersi alle regole e alla dosi contenute nel foglietto illustrativo.

E i rimedi “naturali”? Sì, ma attenti al fai-da-te

È bene ricordare una volta di più che la via per risolvere la stitichezza restituendo equilibrio all’intestino risiede in una alimentazione ricca di frutta e verdura e con il giusto apporto di acqua e in una vita non sedentaria. Il lassativo va considerato in un certo senso come un “piano B”.

Di certo è importante ricordare che non bisogna abusare dei lassativi, né utilizzarli in maniera indiscriminata.

I farmaci lassativi sono un aiuto fondamentale per coloro che soffrono di stipsi, sia occasionale che cronica, ma vanno impiegati con criterio:

chiedendo consiglio al farmacista o al medico
rispettando le dosi consigliate
cercando sempre di abbinare abitudini alimentari e comportamentali corrette

Va ricordato inoltre che alcuni alimenti hanno proprietà lassative.

Per quanto riguarda i cosiddetti rimedi naturali, dallo psyllio alla senna, dalle tisane ai preparati a base di erbe, possono essere considerati aiuti utili, ma non sempre sono esenti da rischi.
Ad esempio, alcune erbe sono controindicate in gravidanza e durante l’allattamento.

Parliamo di: frangula, rabarbaro, senna, cascara e aloe. Appartengono alla categoria dei purganti naturali, ovvero sono sostanze non di sintesi ma naturali appunto, che però stimolano le contrazioni dell’intestino (peristalsi). Per questo possono provocare contrazioni e spasmi dell’utero, con il rischio di aborti e anticipo della nascita.

In generale, l’utilizzo costante e per un lungo periodo di aiuti fai-da-te per andare in bagno di tipo erboristico rischia di alterare i meccanismi fisiologici dell’intestino.

Meglio quindi non abituarsi a convivere con la stipsi, magari aiutandosi con “i rimedi della nonna”, ma affrontarla per cercare di risolvere il problema con dieta, movimento e, all’occorrenza, con il lassativo più adatto a te.

I benefici di un intestino regolare

L’effetto principale del lassativo è, quindi, quello di favorire una espulsione delle feci facile e con frequenza regolare. Meglio se l’azione è il più possibile “naturale”, cioè fisiologica e non irritativa, per evitare crampi, dolore ed eccessivo sforzo.

Infatti, l’utilizzo di lassativi come quelli osmotici o che formano massa, grazie all’aumento del volume e della morbidezza delle feci, determina la distensione e la contrazione delicata delle pareti addominali, eliminando la sensazione di sforzo.

Certo, anche se non c’è una norma che stabilisce quante volte è bene liberare l’intestino (in genere si considera normale un’evacuazione da tre volte al giorno a tre volte alla settimana), sappiamo tutti che, tra le funzioni fisiologiche, un’evacuazione regolare e priva di complicazioni contribuisce alla nostra sensazione di benessere, anche dal punto di vista psicologico.

Per questo, l’utilizzo di farmaci lassativi, adeguati e facendo riferimento al consiglio del proprio farmacista di fiducia, permette all’organismo di ritrovare equilibrio e di risvegliare quello che viene comunemente definito “intestino pigro”, evitando anche di accumulare tossine potenzialmente pericolose nel tratto intestinale.

Bigliografia

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