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La stipsi dal punto di vista del microbiota

Riuscire ad andare in bagno con regolarità dipende da molteplici fattori. La stitichezza, cronica o occasionale che sia, è infatti una patologia tanto diffusa quanto complessa. Le cause che la determinano sono diverse.

Escludendo i casi in cui la stitichezza dipende da altre patologie (stipsi secondaria), i motivi più comuni che provocano stipsi sono alimentazione scorretta (ricca di grassi, zuccheri e cibi industriali), poca attività fisica, scarso apporto di acqua.

Questi fattori si traducono in un’alterazione della flora batterica intestinale, il nostro microbiota, un insieme di microrganismi che ci aiutano a livello metabolico, immunitario, energetico. Sintetizzano sostanze fondamentali, proteggendo l’organismo dall’infiammazione e aiutandoci a eliminare le sostanze tossiche.

Ma chi sono gli abitanti del nostro microbiota e perché è importante che si mantenga il giusto equilibrio fra le varie specie?

Eubiosi e disbiosi

Il microbiota è composto da un gruppo vario di batteri, lieviti, parassiti e virus appartenenti a diverse famiglie. Se ne possono contare più di 50 ceppi differenti, ma i quattro principali sono Firmicutes, Bacteroides, Proteobacteria e Actinobacteria.

Nel microbiota sono presenti sia specie protettive, come i Bifidobatteri e i Lattobacilli, sia specie potenzialmente patogene, che comunque sono molto importanti perché aiutano l’organismo a non ammalarsi se viene in contatto con quegli stessi batteri.

Questo equilibrio fra specie protettive e specie potenzialmente nocive viene definito eubiosi, dal greco “eu”=buono, “bios”=vita e da esso dipende il nostro stato di salute.

Quando invece questo equilibrio si altera, la composizione del microbiota cambia e prevalgono le specie patogene rispetto a quelle protettive. Si parla in questo caso di disbiosi, una condizione che consiste nella riduzione della diversità microbica combinata alla perdita di batteri buoni e a un aumento di batteri patogeni (quali ad esempio Proteobatteri come Escherichia coli).

La disbiosi influisce in modo negativo su tutte le funzioni della flora batterica intestinale, incluso un aspetto che riguarda direttamente la stitichezza: la motilità intestinale.

Cosa significa questo? Che solo un microbiota in equilibrio può consentire all’intestino di godere di una motilità ottimale, permettendoci così una evacuazione più regolare e meno problematica.

Cosa succede in caso di stipsi

In caso di stitichezza, possiamo dire che la disbiosi è di fatto una costante.

Come condizione favorente della stipsi in caso, ad esempio, di alimentazione povera di fibre, scarsa attività fisica, e idratazione inadeguata. E anche come conseguenza della permanenza delle feci nell’intestino che, aumentando la presenza di batteri, predispone ad una alterazione degli equilibri fra specie batteriche protettive e specie potenzialmente patogene.

Distinguere il “sintomo” dalla causa

Conoscere il ruolo della flora batterica intestinale in caso di stipsi è molto importante, perché ci permette di affrontare questo disturbo con un punto di vista più completo. Distinguendo cioè il sintomo della costipazione da uno dei suoi fattori causali, la disbiosi intestinale.

In caso di stitichezza, occorre cioè prima di tutto trattare la costipazione, cioè risolvere il problema dell’accumulo di feci nell’intestino.

I rimedi lassativi sono numerosi: siano essi di tipo naturale o farmacologico, agiscono con diversi meccanismi e ci permettono di liberare l’intestino.

Possiamo scegliere un rimedio immediato, che però può provocare crampi e senso di urgenza, oppure optare per un lassativo che aumenta il volume delle feci legando l’acqua presente nel lume intestinale e stimolando la peristalsi.

Ma ora sappiamo che questo non basta, perché, una volta risolto il sintomo, resta da considerare la disbiosi intestinale, senz’altro presente in chi soffre di irregolarità intestinale e che rappresenta una delle possibili cause della stitichezza.

Sappiamo inoltre che le alterazioni della flora batterica vanno risolte perché portano anche una serie di altri problemi che riguardano tutto l’organismo. Infatti il microbiota, quando è sano, contribuisce a regolare molte funzioni generali fra cui:
–  digestione e assorbimento dei cibi

– produzione di vitamine fondamentali per la salute, come la vitamina B12

– riduzione delle difese immunitarie a livello intestinale e generale.

Un approccio completo: il lassativo e poi…

Per questi motivi occorre preservare e ripristinare l’equilibrio della flora batterica. Come?

Oggi sappiamo come modulare il microbiota e le sue interazioni con il nostro organismo. Per reintegrare il microbiota con specie batteriche protettive in grado di sopravvivere e moltiplicarsi nel nostro intestino, possiamo utilizzare tre categorie di prodotti:

i prebiotici, che sono fibre di origine alimentare che servono a nutrire i batteri dell’intestino, in modo da favorire quelli protettivi;


i probiotici, che sono invece batteri buoni normalmente presenti nel nostro intestino, che entrano a far parte del nostro microbiota e ne rafforzano la funzionalità;


e i simbiotici, che sono l’unione di un prebiotico con un probiotico, la cui colonizzazione risulta favorita dal nutrimento che porta con sé.

L’uso del probiotico: un alleato da scegliere con cura

Esistono moltissimi prodotti di questo tipo, disponibili in farmacia, parafarmacie, supermercati e anche online. Ma quali sono i criteri per scegliere? Prima di tutto affidarsi alla competenza di un medico o di un farmacista, per individuare una formulazione adatta a noi, tenendo conto della composizione, della qualità, dell’efficacia documentata e della sicurezza.

Il consiglio è di privilegiare quelle formulazioni in cui sono specificate con chiarezza le specie batteriche presenti e le quantità, chiedendo, se necessario, delucidazioni al medico o al farmacista: ad esempio se un certo ceppo batterico presente nel prodotto, o un altro suo componente, sia documentato scientificamente e quali proprietà possiede.

Questo aspetto non è secondario: i prodotti supportati da ricerca scientifica sono quelli che danno maggiori garanzie di qualità ed efficacia.

Per una buona integrazione simbiotica, può essere utile considerare tre elementi:

un ceppo batterico ben documentato, come il Bifidobacterium longum BB536, che vanta moltissimi studi;

una fibra brevettata estratta con particolari sistemi che ne preservano l’integrità, il FOS Actilight, anch’essa documentata dalla ricerca scientifica;

la presenza di vitamina B6, per supportare la normale funzione del sistema immunitario.

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BIBLIOGRAFIA


Microbiota e stipsi
– Chen S et al. – J Neurogastroenterol Motil. 2019 Jan; 25(1): 148–158.

– Ohkusa 2019_Gut Microbiota and Chronic Constipation

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– Shengsheng Zhang, Ruixin Wang, Danyan Li, Luqing Zhao, Lixin Zhu, Gastroenterology Report – Published: 06 August 2021

 

Microbiota e motilità intestinale
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– Obata 2020, Neuronal programming by microbiota regulates intestinal physiology
https://microbioma.it/gastroenterologia/peristalsi-a-regolare-il-movimento-del-colon-e-il-microbiota-intestinale/

ON-2021-012